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Fluire con ciò che accade

Mindfulness

La mindfulness, nella gestione della sofferenza, ci permette di alleviare quella lotta e resistenza continua, quella non accettazione che ci consuma con rabbia e risentimento.  Ci permette di imparare a fluire con i cambiamenti della vita, anziché lottare incessantemente contro ciò che non possiamo cambiare.

La mindfulness può essere definita come La consapevolezza che emerge prestando attenzione 

Intenzionalmente, 

nel momento presente, 

e in modo gentile e non giudicante

al presentarsi dell’esperienza momento per momento.

Hai mai fatto l’esperienza di fermarti del tutto,


di essere così totalmente nel tuo corpo,


di essere così totalmente nella tua vita


che quel che già sapevi e quello che non sai,


e quel ch’è stato e quel che ancora dev’essere,


e le cose come stanno proprio ora non ti

 

danno neanche un filo d’ansia o disaccordo?


Sarebbe un momento di presenza totale,


al di là della lotta, al di là della mera accettazione,


al di là della voglia di scappare o sistemar le cose o

 

tuffarcisi dentro a testa bassa:


un momento di puro essere, fuori dal tempo,


un momento di pura vista, pura percezione,


un momento nel quale la vita si limita a essere,


e quell’ “essere” ti prende, ti afferra con tutti i sensi,


tutti i ricordi, fin dentro i geni,


in ciò che più ami,


e ti dice: benvenuto a casa!

 

( Jon Kabat-Zinn)


 

La mindfulness infatti prevede che ci sia un'intenzione, un certo tipo di attenzione, e un'attitudine che ci permettono di cambiare il rapporto con la nostra esperienza.

Serve intenzione, perché non è un modo automatico di fare esperienza. Anzi, spesso la nostra mente ci porta a vivere angosce o nostalgie del passato, preoccupazioni del futuro, e raramente ci permette di fare esperienza nel presente. L'intenzione ci ricorda anche il motivo per cui decidiamo di intraprendere questo percorso, qualcosa di importante per noi, che può essere il vivere in maniera più serena una determinata sofferenza, o ritrovare la spontaneità nella nostra vita, o cambiare qualcosa di noi che non ci fa stare bene.

L'attenzione, quindi, viene portata intenzionalmente nel momento presente. Dato che non è una cosa facile, nè automatica, possiamo allenarci a fare questo focalizzando l'attenzione su esperienze reali e concrete che ci sono in ogni momento; ad esempio, il respiro e le sensazioni del corpo.

Infine, se cosa facciamo è portare l'attenzione, come lo facciamo è rappresentato dall'attitudine. Un'attitudine caratterizzata da non giudizio e gentilezza: infatti, quando meditiamo cerchiamo di allenarci ad accogliere tutto ciò che emerge nella nostra esperienza, al di là del fatto che ci piaccia o no. Ed è proprio questo atteggiamento, diverso dalla solita tendenza della mente a lottare incessantemente contro la nostra sofferenza, che fa la differenza. Il dolore probabilmente continuerà ad esserci, ma è il rapporto con esso che pian piano cambierà, e questo renderà diversa anche la nostra esperienza della sofferenza.

Partiranno a breve dei corsi di terapia cognitiva basata sulla mindfulness, e di terapia basata sulla compassione per gestire l'autocritica. 

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